Costituzione vuol dire, letteralmente, “qualcosa di stabilito”, uno statuto, cioè la struttura essenziale propria di un organismo. Giuridicamente “è la raccolta delle leggi che regolano i fondamenti di un’organizzazione sociale e politica” (Valerio Onida, la Costituzione, Il Mulino).
Da sempre l’uomo si è dato leggi e regole per vivere in società, fin dai tempi in cui l’unica “istituzione” era la famiglia, singola o allargata (clan, tribù). Queste norme, trasmesse oralmente o trascritte in codici, hanno rappresentato l’espressione dell’autorità costituita, dal padre al capo tribù, dal re all’imperatore, determinando i doveri dei sottoposti alla stessa autorità e i diritti di cui potevano godere.
I nostri “padri costituenti” provenivano tutti dalla lotta antifascista, condotta secondo le loro idee politiche, ma unita nella volontà di ridare alla Piccola (e grande) Patria, libertà, democrazia, giustizia e sviluppo.
La Costituzione italiana non è quindi un documento qualsiasi. E’ la nostra storia, la nostra tradizione, la nostra regola. E’ stata scritta con “solo” 9369 parole, con una media di 20 a frase. Utilizza 1357 lemmi, dei quali 1002 sono di base, comprensibili a chiunque. Concetti chiari, universali, che mantengono la loro profetica modernità e ci fanno più liberi, consapevoli, solidali.